L’impatto della crisi sul benessere psicologico
Stiamo attraversando un momento che mai avremmo pensato potesse riguardarci. È iniziato tutto tre anni fa circa, con una pandemia inattesa e prosegue, attualmente, con un quadro bellico che, per quanto distante sia, si mostra più vicino che mai, a causa delle sue conseguenze, che inondano non solo i notiziari televisivi ma anche le nostre menti. E così, ci ritroviamo a fare i conti con una realtà che credevamo potesse limitarsi unicamente ai racconti tramandati dai nostri nonni o alla lettura dei libri di scuola. Ed invece, eccoci tutti protagonisti di un momento storico che, con sé non porta solo disastri economici ma anche disagi psicologici che impattano, talvolta in modo silenzioso, sulla quotidianità.
La crisi e le sue vittime
Come si diceva, è chiaro che il momento difficile che si sta affrontando non ammette distinguo: l’umanità è inglobata a 360 gradi. Nonostante ciò, come ogni statistica che si rispetti, risultano categorie più colpite di altre. In questo caso, si tratta della fascia giovanile 18-30. Se, in tempi non sospetti, i giovani hanno sempre bazzicato nell’incertezza del futuro (come è normale che sia), ora ancora di più. Il fatto che l’instabilità sia aumentata, rende i giovani ancora più diffidenti in ambito progettuale. Sul piano psicologico, l’essere sempre in bilico tra una varietà di scenari possibili, causa un forte stato di ansia e depressione che vede coinvolti, quasi allo stesso modo, maschi e femmine. Tuttavia, poiché la categoria femminile, emotivamente parlando, è sempre la più coinvolta, ansia e depressione potrebbero raggiungere livelli più alti proprio nella “categoria rosa”.
Per approfondire: Gestione dell’ansia: le tecniche e il ruolo dell’esperto
Quali sono le ripercussioni psicologiche?
Risulta ovvio che in una società dominata dagli eventi e non più dalle persone, il senso di impotenza è enorme. Non sono solo i giovani ad avere difficoltà nel programmare la loro vita. Tante famiglie colpite dalla crisi si ritrovano con attività avviate (da anni o da generazioni) senza sapere più cosa ne sarà di quelle attività. Le migrazioni da un territorio all’altro aumenteranno, per cause di forza maggiore, ed anche questo non è da sottovalutare in qualità di fattore contribuente ad una frustrazione sempre più in crescita. Frustrazione che si accompagna a diminuzione dell’autostima, a causa della percezione di controllo che viene a mancare, insonnia, aumento dell’autocritica e senso di colpa. Tutto questo perché appare vano, o non abbastanza, ciò che si fa, in quanto la vita delle persone è in balia di una situazione che, più di qualsiasi altra non gode del controllo di nessuno. Alla paura, quindi, iniziale di essere stati sorprendentemente colpiti da uno scenario dai tratti apocalittici, si accompagnano tutta una serie di sintomi ansiogeni e depressivi, che delineano ormai ciascun individuo.
Per approfondire: Perché abbiamo paura dell’ignoto: l’intolleranza all’incertezza
La crisi non è solo negatività
Il dato incoraggiante, a favore di ognuno è che sono proprio situazioni come queste, destabilizzanti più che mai, ad offrirci l’altra faccia della medaglia, quella positiva. Al lettore che si domanderà quale sia, si risponderà che il risparmio, il “taglio delle spese” non equivale sempre ad una perdita ma ad un valore aggiunto. Quante volte, facendo pulizie nell’armadio, o nei mobili in generale, si ritrovano cose di cui non ci si ricordava nemmeno più e, a cui, si attribuisce un valore enorme, non solo per averle ritrovate ma anche per ciò che rappresentano? E così, quest’epoca di sottrazione, per quanto paradossale sia, sta insegnando a ciascuno ad aggiungere, ad arricchire, a dare valore a ciò che conta davvero. Non solo. Perdere il controllo è terrificante perché l’essere umano ha necessità di organizzare, a fronte di una intelligenza cognitiva schematica. E così, il domani che sfugge rappresenta un’enorme difficoltà. In realtà non è un problema così grande se si pensa che è la dimensione “presente” ad essere avvalorata, guardata con occhi diversi, apprezzata. Inoltre si sa come, questo, costituisca uno dei segreti della felicità: stare nel qui ed ora. Passato e futuro sono due dimensioni opposte che in comune hanno solo la lontananza.
Consigli di “positività pratica”
Una mente abituata ad agire in un certo modo impiega del tempo a “modellarsi” diversamente. Ecco, quindi qualche consiglio da mettere in pratica per avviarsi ad un percorso di avvicinamento alla positività:
–yoga e meditazione: le discipline dell’equilibrio per antonomasia. Praticare lo yoga e la meditazione insegna a “stare” sulle proprie emozioni, e quindi a comprendere l’emotività del momento;
–scrivere una lista: potrebbe sembrare banale, ma mettere nero su bianco i propri pensieri, le cose da fare, i progetti fatti fino ad ora è un buon metodo per riconciliarsi con il presente;-relazioni: la propria sfera sociale è un’ancora di salvezza, un metodo infallibile per sostenersi a vicenda e rimanere concentrati sulla nostra vita effettiva.
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