La Depressione Post Partum Paterna

La Depressione Post Partum Paterna

Girando su vari blog, capita di rimanere piacevolmente incastrati in storie di neo-genitori alle prese con mille domande su come si cambi un pannolino, come si gestisca il pianto notturno del nascituro, come sia possibile capire quando il piccolo ha fame. Come comportarsi, insomma, nelle occasioni più disparate, e disperate!

Tematiche importanti, dai toni delicati che, talvolta prevedono qualche sfumatura un po’ più noir. La gravidanza, infatti non è solo sinonimo di “prime volte” e “prime pappe” ma anche di dolorosa tristezza, di depressione, di norma collegata alle mamme ma che, spesso, colpisce anche i papà.

Quando la DPP non è solo donna

Potrebbe sembrare alquanto strano che un argomento, come quello della depressione post partum, si tinga di azzurro (DPP). Eppure, nonostante lo scetticismo e l’incredulità che colpirà quanti leggeranno ciò, la preoccupazione di diventare genitori non è solo delle mamme. 

Il periodo che va dal concepimento alla nascita di un figlio è un momento di grande emotività, incontenibile e a tratti incontrollabile, di difficile gestione. Ed è qui che l’ansia dei futuri papà, prende il sopravvento. Molti uomini sono abituati a vedersi in carriera, con un ruolo delineato, e con una vita, sociale e sentimentale, ben definita. Il fatto che un terzo membro si aggiunga alla famiglia non è sempre sinonimo di accoglienza quanto di destabilizzazione. Viene a mancare, cioè, quell’equilibrio agognato da tempo e che, gradualmente, inizia a sbiadire.

Le paure predominanti nei futuri papà

Non tutti gli uomini sono uguali e, per questo, le ansie che li contraddistinguono assumono svariate sfaccettature. 

Ci sono paure che rappresentano un vero e proprio lascito culturale, come quella di temere di non essere capaci di provvedere alla propria famiglia nel migliore dei modi.

Altri uomini, magari per problemi di sicurezza personale, temono di scoprire che il figlio dato alla luce non sia il loro. In questo caso specifico si tratta, ovviamente, una paura infondata. Ed è proprio in casi come questi che, le cause vanno ricercate nel profondo del vissuto piuttosto che sulla sua superficie.

Ulteriore fobia che potrebbe insorgere fa riferimento alla paura della morte. Questo, perché, per un papà, la preoccupazione di poter mancare come figura di riferimento per il proprio figlio (per questioni anagrafiche, e quindi biologiche) è sintomo di notevole apprensione.

Un elemento alquanto angosciante è connesso all’impatto che il figlio avrà sul rapporto di coppia. L’uomo teme di essere accantonato e depauperato delle attenzioni a lui rivolte, prima della nascita del bambino. Motivo, questo che potrebbe spingerlo a vedere un figlio come un intralcio ad un’unione solida e preesistente.

I sintomi della DPP paterna

Alla domanda riguardante cosa caratterizzi l’ansia dei neo-papà, si risponderà con la seguente enumerazione di sintomi:

  • stato di abbattimento e sconforto;
  • irritabilità;
  • perdita di interesse;
  • preoccupazione costante;
  • ritiro sociale e umore depresso;
  • difficoltà a concentrarsi sul lavoro;
  • problemi del sono;
  • calo della libido;
  • acting out comportamentali (crisi di rabbia, atteggiamenti violenti, relazioni extraconiugali, attività fisica/sessuale compulsiva);
  • abuso di sostanze;
  • alcol;
  • fumo.

I fattori scatenanti della DPP paterna

L’effettiva presenza di sintomi nella depressione post partum paterna, equivale al fatto che, a provocare la stessa, siano delle cause ben precise. Effettivamente, tra i fattori di rischio, si menzionano:

  • età giovane o molto avanzata;
  • basso livello di istruzione, scarso reddito, disoccupazione;
  • alti livelli di percezione dello stress;
  • qualità genitoriale nel corso dell’infanzia, gravidanza indesiderata, aspettative tra gravidanza e post partum discordanti;
  • carenza di informazioni adeguate in merito al diventare genitori, creando nel padre, un vero e proprio senso di smarrimento.

Interventi nella cura della DPP paterna

Non esistono trattamenti assoluti per la depressione post partum paterna. Poiché, spesso, è comunemente associata alla depressione, andrebbe trattata con un approccio di tipo cognitivo comportamentale. Ciononostante, ancor prima di un qualsiasi intervento terapeutico, a risultare efficace sarebbe un metodo preventivo. In questo caso è importante includere la figura paterna nelle varie fasi della gravidanza prima e della nascita poi. Questo, attraverso la partecipazione del padre alle diverse visite mediche e nelle cure successive al parto. È significativo, perciò che entrambe le figure genitoriali siano strettamente sintonizzate tra loro, non solo durante la nascita di un figlio ma anche nel sostenersi vicendevolmente. Come disse Henry Ward Beecher, infatti: “La cosa migliore che un padre può fare per i suoi figli è amarne la madre”.