Ansia da palcoscenico: cos’è e come affrontarla
Cos’è l’ansia da palcoscenico
L’ansia da palcoscenico (o paura del palcoscenico) è una particolare forma di ansia che insorge nelle persone che sono chiamate ad esibirsi di fronte a un pubblico: gli esempi più classici sono attori, cantanti e musicisti, ma anche public speakers o presentatori possono soffrirne.
Per molti professionisti, l’adrenalina che sale prima di andare in scena ed entrare in contatto con il pubblico è, in realtà, una spinta a dare il massimo e focalizzarsi, ma per altri si tratta di un elemento profondamente ansiogeno che genera un conflitto tra il desiderio di esibirsi e il timore di non essere all’altezza o di commettere errori.
In particolare, questa condizione si riscontra soprattutto tra i musicisti (circa il 69% dei musicisti soffre di questo disturbo) e può manifestarsi a più livelli e in varie forme, coinvolgendo non solo la sfera emotivo-comportamentale, ma anche quella cognitiva e quella fisica:
- Emotiva: tensione, apprensione, panico
- Cognitiva: paura di diventare ansioso, pensieri negativi, difficoltà nella concentrazione e nell’attenzione, fallimenti di memoria
- Fisica: tensione muscolare, aumento del battito cardiaco e della sudorazione, salivazione azzerata, disturbi gastrointestinali, difficoltà respiratorie
- Comportamentale: tremolio di braccia e gambe, errori tecnici durante l’esibizione.
L’ansia da palcoscenico può manifestarsi anche molte settimane prima dell’esibizione e, solitamente, peggiora con l’avvicinarsi della data della performance. Ovviamente, la presenza di uno o più dei sintomi appena presentati può provocare un circolo vizioso o un “effetto valanga”: se da un lato, infatti, gli effetti dell’ansia da palcoscenico possono compromettere la qualità della performance, dall’altro una cattiva performance può portare ad un aggravamento dell’ansia, del senso di inadeguatezza e del timore del giudizio del pubblico.
Nei casi più gravi, la conseguenza è una tendenza all’isolamento sociale, all’evitamento delle esibizioni in pubblico e, in alcune circostanze, può portare anche a malattie fisiche.
Ansia da palcoscenico, ansia da prestazione e ansia sociale
Alcuni studi avvicinano l’ansia da palcoscenico ai concetti più generali di ansia da prestazione e ansia sociale; tuttavia, le teorie più recenti mettono in evidenza come, sebbene vi siano alcuni aspetti comuni, l’ansia da palcoscenico sia un disturbo indipendente, strettamente legato al ruolo dell’artista.
Tra gli elementi che accomunano l’ansia da palcoscenico e l’ansia da prestazione figurano, ad esempio, la paura di non essere all’altezza delle aspettative (proprie ed altrui) e la percezione di non essere sufficientemente preparati e/o in controllo della situazione.
In riferimento all’ansia sociale, invece, gli elementi comuni sono il timore di ricevere un feedback o un giudizio negativo da parte delle altre persone e la tendenza all’isolamento sociale e all’evitamento di situazioni potenzialmente ansiogene.
Tuttavia, nell’ansia sociale il disagio è generato dalla paura di poter essere guardati e giudicati da tutti, indipendentemente dal fatto che ciò stia effettivamente accadendo o meno. L’ansia da palcoscenico, invece, per sua natura si manifesta quando questa eventualità non è solo percepita, bensì concreta e tangibile: la performance di un artista, infatti, implica l’esposizione ad un pubblico reale, chiamato proprio ad osservare e giudicare.
Come intervenire
Per combattere l’ansia da palcoscenico è necessario, innanzitutto, prendere coscienza del problema e verificare l’eventuale presenza di altre forme di ansia potenzialmente correlate.
Una volta raggiunta una maggiore comprensione e consapevolezza di questo disturbo, è possibile intraprendere un percorso di trattamento volto al rilassamento e alla gestione dell’ansia.
Non è opportuno, infatti, intervenire aumentando in modo intensivo il numero e la durata di prove ed esercizi per il miglioramento della performance, poiché una soluzione simile rischierebbe di non portare risultati tangibili e, anzi, peggiorare la tendenza al perfezionismo e il senso di inadeguatezza.
Alcune tecniche di intervento che si sono dimostrate particolarmente efficaci nel trattamento dell’ansia da palcoscenico (soprattutto nella categoria dei musicisti), sono, invece:
- Training autogeno: una tecnica sviluppata negli anni trenta dallo psichiatra e psicoterapeuta tedesco Johannes Heinrich Schultz, che consiste nell’apprendimento graduale di una serie di esercizi di concentrazione psichica passiva che conducono a modificazioni spontanee e progressive delle funzioni involontarie del nostro corpo (respirazione, attività cardiaca, tono muscolare, ecc.);
- Pratiche di meditazione e mindfulness: tradotta generalmente come “consapevolezza”, la mindfulness è una pratica che consiste nel rivolgere l’attenzione al momento presente, al qui ed ora, allontanando i pensieri e le preoccupazioni che riguardano il passato (ad esempio, ricordi dolorosi o, nel caso specifico della paura del palco, esperienze di fallimenti passati, ecc.) o il futuro (ad esempio, la paura di un’esibizione imminente).
- Biofeedback: un intervento non farmacologico che consente, attraverso l’utilizzo di un feedback visivo o sonoro in risposta a dati fisiologici catturati in tempo reale, di imparare a controllare alcune funzioni corporee normalmente involontarie, (es: tensione muscolare, pressione sanguigna, battito cardiaco).
- Tecniche cognitive di desensibilizzazione;
- Esercizi fisici di respirazione, rilassamento e stretching;
- Psicoterapia, eventualmente associata a trattamenti farmacologici
Queste tecniche si sono dimostrate di grande efficacia, soprattutto se praticate in combinazione tra di loro. In particolare, l’interazione di due o più tecniche si è rivelata vantaggiosa per migliorare sia la comprensione di sé che l’autoregolazione e stabilizzazione emotiva dell’individuo, fattori determinanti per garantire una migliore gestione dell’ansia e, di conseguenza, una migliore prestazione durante la performance.